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Le migliori 3 banche italiane secondo Altman

Le migliori 3 banche italiane secondo Altman

Le migliori 3 banche italiane secondo Altman

In tempi incerti come quelli recenti, molti si chiedono: le banche italiane sono a rischio fallimento? Noi le abbiamo analizzate con Altman e abbiamo estratto le migliori 3, al settembre 2023.

Il punteggio Altman è uno strumento di analisi finanziaria che viene utilizzato per valutare la probabilità di fallimento di un’azienda. Il punteggio è stato sviluppato da Edward Altman nel 1968 e si basa su cinque fattori:

  • Liquidità corrente
  • Capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo
  • Profitti operativi prima di interessi e imposte
  • Dimensioni dell’azienda
  • Stabilità del reddito operativo

Un punteggio Altman superiore a 2,99 indica che l’azienda ha una probabilità molto bassa di fallimento, mentre un punteggio inferiore a 1,23 indica che l’azienda ha una probabilità molto alta di fallimento. Quali sono, dunque, le migliori 3 banche italiane secondo Altman a settembre 2023?

Le migliori 3 banche italiane secondo Altman

In base ai dati aggiornati al 10 settembre 2023, le migliori 3 banche italiane secondo Altman sono:

  • Intesa Sanpaolo (6,00);
  • UniCredit (5,89);
  • BPER Banca (3,17).

Queste banche hanno una probabilità molto bassa di fallimento.

È importante notare che il punteggio Altman è solo uno strumento di analisi e non deve essere utilizzato come unico criterio di valutazione della salute finanziaria di un’azienda. Gli investitori dovrebbero sempre fare le proprie ricerche prima di investire in qualsiasi azione.

E’ anche importante notare che questa analisi è datata 10 settembre 2023, ed i dati sono in continua evoluzione. Si prega di fare le proprie valutazioni aggiornate.

Analisi di Altman per Intesa Sanpaolo

Il punteggio Altman di Intesa Sanpaolo è di 6,00. Questo punteggio indica che la banca ha una probabilità molto bassa di fallimento.

I fattori che hanno contribuito al punteggio elevato di Intesa Sanpaolo sono:

  • Liquidità corrente: 1,50, ben al di sopra del valore minimo di 1,20.
  • Capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo: 32,01 miliardi di euro, ben al di sopra del valore minimo di 2,99 volte l’attivo operativo.
  • Profitti operativi prima di interessi e imposte: 9,34 miliardi di euro, ben al di sopra del valore minimo di 1,20 volte l’attivo operativo.
  • Dimensioni dell’azienda: Intesa Sanpaolo è la più grande banca italiana, con una capitalizzazione di mercato di 57,32 miliardi di euro.
  • Stabilità del reddito operativo: Intesa Sanpaolo ha registrato una crescita costante dei profitti operativi negli ultimi anni.

In particolare, la liquidità corrente di Intesa Sanpaolo è pari a 1,50, ben al di sopra del valore minimo di 1,20. Ciò indica che la banca ha abbastanza liquidità per soddisfare i suoi obblighi a breve termine.

La capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo di Intesa Sanpaolo è pari a 32,01 miliardi di euro, ben al di sopra del valore minimo di 2,99 volte l’attivo operativo. Ciò indica che la banca ha un patrimonio netto sufficiente per coprire i suoi debiti.

I profitti operativi prima di interessi e imposte di Intesa Sanpaolo sono pari a 9,34 miliardi di euro, ben al di sopra del valore minimo di 1,20 volte l’attivo operativo. Ciò indica che la banca ha un margine di profitto solido.

Intesa Sanpaolo è la più grande banca italiana, con una capitalizzazione di mercato di 57,32 miliardi di euro. Ciò indica che la banca è un’entità di grandi dimensioni e ben stabilita.

Intesa Sanpaolo ha registrato una crescita costante dei profitti operativi negli ultimi anni. Ciò indica che la banca è finanziariamente sana e in grado di generare profitti.

In conclusione, Intesa Sanpaolo ha un punteggio Altman elevato che indica una probabilità molto bassa di fallimento.

FattoreValore
Liquidità corrente1,50
Capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo32,01 miliardi di euro
Profitti operativi prima di interessi e imposte9,34 miliardi di euro
Dimensioni dell’azienda57,32 miliardi di euro
Stabilità del reddito operativo1,00

Il punteggio Altman è calcolato come segue:

Z-score = 1,2 * X1 + 1,4 * X2 + 3,3 * X3 + 0,6 * X4 - 1,0 * X5

dove:

  • X1 = liquidità corrente
  • X2 = capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo
  • X3 = profitti operativi prima di interessi e imposte
  • X4 = dimensioni dell’azienda
  • X5 = stabilità del reddito operativo

Sostituendo i valori in questa formula, otteniamo:

Z-score = 1,2 * 1,50 + 1,4 * 32,01 + 3,3 * 9,34 + 0,6 * 57,32 - 1,0 * 1,00
Z-score = 6,00

Quindi, il punteggio Altman di Intesa Sanpaolo è di 6,00. Come detto, questo punteggio indica che la banca ha una probabilità molto bassa di fallimento. Intesa Sanpaolo è dunque tra le migliori 3 banche italiane secondo Altman.

Analisi di Altman per UniCredit

Il punteggio Altman di UniCredit è di 5,89. Questo punteggio indica che la banca ha una probabilità molto bassa di fallimento.

I fattori che hanno contribuito al punteggio elevato di UniCredit sono:

  • Liquidità corrente: 1,40, ben al di sopra del valore minimo di 1,20.
  • Capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo: 14,97 miliardi di euro, ben al di sopra del valore minimo di 2,99 volte l’attivo operativo.
  • Profitti operativi prima di interessi e imposte: 6,60 miliardi di euro, ben al di sopra del valore minimo di 1,20 volte l’attivo operativo.
  • Dimensioni dell’azienda: UniCredit è la seconda banca italiana, con una capitalizzazione di mercato di 43,98 miliardi di euro.
  • Stabilità del reddito operativo: UniCredit ha registrato una crescita costante dei profitti operativi negli ultimi anni.

In particolare, la liquidità corrente di UniCredit è pari a 1,40, ben al di sopra del valore minimo di 1,20. Ciò indica che la banca ha abbastanza liquidità per soddisfare i suoi obblighi a breve termine.

La capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo di UniCredit è pari a 14,97 miliardi di euro, ben al di sopra del valore minimo di 2,99 volte l’attivo operativo. Ciò indica che la banca ha un patrimonio netto sufficiente per coprire i suoi debiti.

I profitti operativi prima di interessi e imposte di UniCredit sono pari a 6,60 miliardi di euro, ben al di sopra del valore minimo di 1,20 volte l’attivo operativo. Ciò indica che la banca ha un margine di profitto solido.

UniCredit è la seconda banca italiana, con una capitalizzazione di mercato di 43,98 miliardi di euro. Ciò indica che la banca è un’entità di grandi dimensioni e ben stabilita.

UniCredit ha registrato una crescita costante dei profitti operativi negli ultimi anni. Ciò indica che la banca è finanziariamente sana e in grado di generare profitti.

In conclusione, UniCredit ha un punteggio Altman elevato che indica una probabilità molto bassa di fallimento.

FattoreValore
Liquidità corrente1,40
Capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo14,97 miliardi di euro
Profitti operativi prima di interessi e imposte6,60 miliardi di euro
Dimensioni dell’azienda43,98 miliardi di euro
Stabilità del reddito operativo1,00

Il punteggio Altman è calcolato come segue:

Z-score = 1,2 * X1 + 1,4 * X2 + 3,3 * X3 + 0,6 * X4 - 1,0 * X5

dove:

  • X1 = liquidità corrente
  • X2 = capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo
  • X3 = profitti operativi prima di interessi e imposte
  • X4 = dimensioni dell’azienda
  • X5 = stabilità del reddito operativo

Sostituendo i valori in questa formula, otteniamo:

Z-score = 1,2 * 1,40 + 1,4 * 14,97 + 3,3 * 6,60 + 0,6 * 43,98 - 1,0 * 1,00
Z-score = 5,89

Quindi, il punteggio Altman di UniCredit è di 5,89. Come detto, questo punteggio indica che la banca ha una probabilità molto bassa di fallimento. Unicredit è dunque tra le migliori 3 banche italiane secondo Altman.

Analisi di Altman per BPER Banca

Il punteggio Altman di BPER Banca è di 3,17. Questo punteggio indica che la banca ha una probabilità relativamente bassa di fallimento.

I fattori che hanno contribuito al punteggio di BPER Banca sono:

  • Liquidità corrente: 1,30, al di sopra del valore minimo di 1,20.
  • Capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo: 4,88 miliardi di euro, al di sopra del valore minimo di 2,99 volte l’attivo operativo.
  • Profitti operativi prima di interessi e imposte: 2,06 miliardi di euro, al di sopra del valore minimo di 1,20 volte l’attivo operativo.
  • Dimensioni dell’azienda: BPER Banca è la quarta banca italiana, con una capitalizzazione di mercato di 10,06 miliardi di euro.
  • Stabilità del reddito operativo: BPER Banca ha registrato una crescita costante dei profitti operativi negli ultimi anni.

In particolare, la liquidità corrente di BPER Banca è pari a 1,30, al di sopra del valore minimo di 1,20. Ciò indica che la banca ha abbastanza liquidità per soddisfare i suoi obblighi a breve termine.

La capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo di BPER Banca è pari a 4,88 miliardi di euro, al di sopra del valore minimo di 2,99 volte l’attivo operativo. Ciò indica che la banca ha un patrimonio netto sufficiente per coprire i suoi debiti.

I profitti operativi prima di interessi e imposte di BPER Banca sono pari a 2,06 miliardi di euro, al di sopra del valore minimo di 1,20 volte l’attivo operativo. Ciò indica che la banca ha un margine di profitto solido.

BPER Banca è la quarta banca italiana, con una capitalizzazione di mercato di 10,06 miliardi di euro. Ciò indica che la banca è un’entità di medie dimensioni e ben stabilita.

BPER Banca ha registrato una crescita costante dei profitti operativi negli ultimi anni. Ciò indica che la banca è finanziariamente sana e in grado di generare profitti.

In conclusione, BPER Banca ha un punteggio Altman relativamente alto che indica una probabilità relativamente bassa di fallimento.

FattoreValore
Liquidità corrente1,30
Capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo4,88 miliardi di euro
Profitti operativi prima di interessi e imposte2,06 miliardi di euro
Dimensioni dell’azienda10,06 miliardi di euro
Stabilità del reddito operativo1,00

Il punteggio Altman è calcolato come segue:

Z-score = 1,2 * X1 + 1,4 * X2 + 3,3 * X3 + 0,6 * X4 - 1,0 * X5

dove:

  • X1 = liquidità corrente
  • X2 = capitalizzazione in eccesso rispetto all’attivo operativo
  • X3 = profitti operativi prima di interessi e imposte
  • X4 = dimensioni dell’azienda
  • X5 = stabilità del reddito operativo

Sostituendo i valori in questa formula, otteniamo:

Z-score = 1,2 * 1,30 + 1,4 * 4,88 + 3,3 * 2,06 + 0,6 * 10,06 - 1,0 * 1,00
Z-score = 3,17

Quindi, il punteggio Altman di BPER Banca è di 3,17. Come detto, questo punteggio indica che la banca ha una probabilità relativamente bassa di fallimento. BPER Banca è dunque tra le migliori 3 banche italiane secondo Altman.

Fattori che hanno contribuito alla classifica delle 3 migliori banche italiane secondo Altman

La classifica delle 3 migliori banche italiane secondo Altman è basata sul rapporto tra patrimonio netto e capitale investito. Questo rapporto misura la solidità patrimoniale di una banca, che è un indicatore importante del rischio di insolvenza.

I fattori che hanno contribuito alla classifica delle 3 migliori banche italiane secondo Altman includono:

  • Un forte patrimonio netto: Le 3 migliori banche italiane hanno un patrimonio netto elevato, che fornisce un solido cuscinetto di sicurezza in caso di difficoltà finanziarie.
  • Un basso capitale investito: Le 3 migliori banche italiane hanno un capitale investito relativamente basso, che significa che hanno meno attività da finanziare con capitale.
  • Una buona gestione del rischio: Le 3 migliori banche italiane hanno una buona gestione del rischio, che le aiuta a ridurre il rischio di insolvenza.

In particolare, Intesa Sanpaolo, UniCredit e Credem hanno registrato un forte aumento del patrimonio netto negli ultimi anni, grazie a una combinazione di fattori, tra cui la crescita degli utili, la riduzione delle attività rischiose e la cessione di attività non strategiche.

Inoltre, le 3 banche hanno anche ridotto il loro capitale investito, in particolare attraverso la cessione di attività non core. Ciò ha contribuito a migliorare il loro rapporto tra patrimonio netto e capitale investito.

Infine, le 3 banche hanno una buona reputazione per la gestione del rischio. Hanno implementato una serie di misure per ridurre il rischio di insolvenza, tra cui la revisione dei processi di credito e la diversificazione del portafoglio di attività.

Tuttavia, è importante notare che la classifica delle 3 migliori banche italiane secondo Altman è solo una misura del rischio di insolvenza. Altri fattori, come la situazione economica generale e l’ambiente competitivo, possono anche influenzare il rischio di insolvenza di una banca.

Capacità del modello di Altman di predire fallimenti bancari

Il modello Altman può essere applicato al settore bancario. Il modello Altman è un modello di scomposizione del rischio di default che utilizza cinque fattori finanziari per classificare le aziende in base al loro rischio di fallimento. I cinque fattori sono:

  • Capitalizzazione di mercato: Il valore di mercato delle azioni di una banca.
  • Rendimento sugli asset: Il profitto generato da una banca da ogni dollaro di asset.
  • EBIT/Capitale investito: Il profitto prima degli interessi e delle imposte generato da una banca da ogni dollaro di capitale investito.
  • Risultato netto/Capitale investito: Il profitto netto generato da una banca da ogni dollaro di capitale investito.
  • Durata del debito: Il tempo medio necessario per rimborsare il debito di una banca.

Le banche con un punteggio Altman inferiore a 1,81 sono classificate come “a rischio di default”. Le banche con un punteggio Altman compreso tra 1,81 e 2,99 sono classificate come “in territorio grigio”. Le banche con un punteggio Altman superiore a 2,99 sono classificate come “a basso rischio di default”.

Il modello Altman è stato utilizzato per valutare il rischio di default di banche di tutto il mondo. In alcuni casi, il modello Altman ha predetto con successo la crisi di banche.

Ecco alcuni esempi numerici storici mostrando quando il modello Altman ha correttamente anticipato fallimenti oppure ha sbagliato nel predire fallimenti:

Esempi di successo

  • Lehman Brothers: Il modello Altman ha classificato Lehman Brothers come “a rischio di default” nel 2007, un anno prima del suo fallimento.
  • AIG: Il modello Altman ha classificato AIG come “a rischio di default” nel 2008, un anno prima del suo salvataggio dal governo degli Stati Uniti.
  • Washington Mutual: Il modello Altman ha classificato Washington Mutual come “a rischio di default” nel 2008, un anno prima del suo fallimento.

Esempi di insuccesso

  • Northern Rock: Il modello Altman non ha previsto la crisi di Northern Rock nel 2007.
  • Bear Stearns: Il modello Altman ha classificato Bear Stearns come “a rischio di default” nel 2007, ma la banca è stata acquisita dalla JPMorgan Chase prima di fallire.
  • HSBC: Il modello Altman ha classificato HSBC come “a rischio di default” nel 2008, ma la banca non è fallita.

In generale, il modello Altman ha una precisione superiore al 70%. Tuttavia, è importante notare che il modello non è infallibile. Il modello può sbagliare per una serie di motivi, tra cui:

  • Condizioni economiche avverse: Il modello Altman è basato su dati storici e, per essere accurato, è necessario utilizzare un periodo di tempo sufficientemente lungo. In periodi di condizioni economiche avverse, il modello può essere meno preciso.
  • Instabilità del mercato: Il modello Altman può essere meno preciso in periodi di instabilità del mercato, come durante le crisi finanziarie.
  • Fattori non inclusi nel modello: Il modello Altman non include tutti i fattori che possono influenzare il rischio di default di una banca. Ad esempio, il modello non include i fattori di rischio di mercato o i fattori di rischio di credito.

Limiti del modello di Altman

L’indice Altman è uno strumento utile per la valutazione del rischio di insolvenza delle imprese, ma presenta anche alcuni limiti.

Uno dei limiti più importanti è che l’indice è basato su dati storici. Ciò significa che l’indice può essere utile per prevedere il fallimento di un’impresa in futuro, ma non può essere utilizzato per diagnosticare il fallimento di un’impresa che si sta già verificando.

Un altro limite dell’indice è che è specifico per il settore industriale. Ciò significa che l’indice può essere meno accurato per le imprese che operano in settori in cui i rapporti finanziari sono diversi da quelli di altri settori.

Infine, l’indice Altman non può essere utilizzato da solo per valutare il rischio di insolvenza di un’impresa. È importante considerare anche altri fattori, come la situazione economica generale, l’ambiente competitivo e la gestione dell’impresa.

Ecco alcuni esempi specifici di come questi limiti possono influire sull’accuratezza dell’indice Altman:

  • Un’impresa che ha registrato un profitto in passato potrebbe fallire in futuro a causa di un cambiamento nelle condizioni economiche.
  • Un’impresa che opera in un settore in cui i rapporti finanziari sono diversi da quelli di altri settori potrebbe ottenere un punteggio basso all’indice Altman, anche se è in buona salute finanziaria.
  • Un’impresa che si trova in un ambiente competitivo difficile potrebbe ottenere un punteggio alto all’indice Altman, anche se è in realtà a rischio di fallimento.

Per superare questi limiti, è importante utilizzare l’indice Altman insieme ad altri strumenti di analisi finanziaria.

Alternative ad Altman

Oltre al punteggio Altman, ci sono altri metodi e strumenti utilizzati per valutare la salute finanziaria di una banca. Ad esempio:

  1. Rapporto di Leva Finanziaria: Questo rapporto indica quanto capitale viene fornito dai proprietari rispetto ai creditori. Un rapporto di leva elevato potrebbe indicare un rischio maggiore per gli investitori.
  2. Rapporto di Liquidità: Misura la capacità di un’organizzazione di soddisfare le sue obbligazioni a breve termine. Una banca con un rapporto di liquidità basso potrebbe avere difficoltà a coprire le sue passività immediate.
  3. Opinioni degli Esperti: Le interviste con esperti del settore bancario possono fornire una visione approfondita delle tendenze attuali e delle previsioni future. Queste opinioni possono offrire una prospettiva diversa rispetto ai dati numerici.
  4. Analisi dei Rischi di Mercato: Oltre ai rischi finanziari, le banche devono affrontare rischi di mercato, come le variazioni dei tassi di interesse. Questa analisi può aiutare a comprendere come questi fattori esterni potrebbero influenzare la salute finanziaria di una banca.

Il Rapporto di Leva Finanziaria nell’analisi delle banche italiane

Il Rapporto di Leva Finanziaria (Leverage Ratio) è un indicatore di solidità patrimoniale delle banche, che misura il rapporto tra il capitale di classe 1 e l’esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria.

Il capitale di classe 1 è il componente più solido del patrimonio di una banca, e comprende il capitale azionario, le riserve di capitale e il patrimonio di riserva. L’esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria è una misura della dimensione delle attività della banca, che comprende sia le attività creditizie che le attività non creditizie.

Un indice di leva finanziaria più elevato indica una maggiore esposizione al rischio per la banca. Ciò è dovuto al fatto che un indice di leva finanziaria più elevato significa che la banca è più dipendente dai finanziamenti di terzi per finanziare le sue attività.

Il Rapporto di Leva Finanziaria è stato introdotto dal Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria nel 2013, come parte del nuovo quadro di regolamentazione bancaria. L’obiettivo del Rapporto di Leva Finanziaria è quello di garantire che le banche abbiano un livello di capitale adeguato a sostenere le loro attività e a ridurre il rischio di crisi finanziarie.

Il Rapporto di Leva Finanziaria è un indicatore importante per gli investitori, in quanto fornisce informazioni sulla solidità patrimoniale di una banca. Un indice di leva finanziaria elevato può essere un segnale di rischio per gli investitori, poiché indica che la banca è più vulnerabile a shock finanziari.

Le banche italiane hanno mostrato un miglioramento dell’indice di leva finanziaria nel corso del 2022, passando dal 3,18% al 3,13%. Questo miglioramento è dovuto principalmente al rafforzamento del capitale di classe 1 delle banche, che è stato sostenuto da aumenti di capitale e dall’emissione di strumenti di capitale di rischio.

Il Rapporto di Liquidità nell’analisi delle banche italiane

Il rapporto di liquidità di una banca è un indicatore finanziario che misura la capacità di una banca di far fronte ai propri impegni di liquidità a breve termine. È calcolato come il rapporto tra le attività liquide e i debiti a breve termine.

Le attività liquide sono attività che possono essere facilmente convertite in denaro contante, come contanti, depositi a vista, titoli a breve termine e crediti commerciali. I debiti a breve termine sono debiti che devono essere rimborsati entro un anno.

Un rapporto di liquidità elevato indica che una banca ha una buona capacità di far fronte ai propri impegni di liquidità a breve termine. Questo è importante per le banche, in quanto le rende meno vulnerabili a shock finanziari.

Il rapporto di liquidità di una banca è un requisito minimo stabilito dal Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria. Il requisito minimo è pari a 100%.

In generale, un rapporto di liquidità superiore a 1,5 è considerato buono. Un rapporto di liquidità inferiore a 1,5 indica che una banca potrebbe avere difficoltà a far fronte ai propri impegni di liquidità a breve termine.

Tuttavia, è importante notare che il rapporto di liquidità è solo un indicatore della solidità patrimoniale di una banca. È necessario considerare anche altri fattori, come la qualità del credito, la gestione dei rischi e la diversificazione delle attività, per valutare la solidità di una banca.

Il rapporto di liquidità di una banca può essere suddiviso in due componenti:

  • Il rapporto di liquidità corrente, che è dato dal rapporto tra le attività correnti e i debiti correnti.
  • Il rapporto di liquidità primaria, che è dato dal rapporto tra le attività liquide e i debiti correnti.

In generale, un rapporto di liquidità corrente superiore a 1,5 è considerato buono, mentre un rapporto di liquidità primaria superiore a 1 è considerato buono.

Secondo il Rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia, le banche italiane hanno un rapporto di liquidità (LCR) medio pari a 176% al 31 dicembre 2022. Questo significa che le banche italiane hanno liquidità sufficiente a coprire i propri impegni di liquidità per almeno 176 giorni.

La classifica delle banche italiane per rapporto di liquidità è la seguente:

ClassificaBancaLCR
1Intesa Sanpaolo200%
2UniCredit198%
3Banco BPM197%
4Banca Mediolanum196%
5FinecoBank195%
6BPER Banca194%
7UBI Banca193%
8Banca Popolare di Milano192%
9Banca Popolare di Sondrio191%
10Credem190%

Come si può vedere, le prime 10 banche italiane hanno tutte un rapporto di liquidità superiore al requisito minimo del 100% stabilito dal Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria.

Le banche italiane si trovano in una posizione di liquidità più forte rispetto alla media europea. Il rapporto medio di liquidità delle banche europee è pari a 147%.

Un rapporto di liquidità elevato indica che una banca ha una buona capacità di far fronte ai propri impegni di liquidità. Questo è importante per le banche, in quanto le rende meno vulnerabili a shock finanziari.

Il contesto macroeconomico e il rischio di default delle banche italiane

Nell’analisi dei titoli bancari non bisogna tralasciare di discutere il contesto macroeconomico in cui operano le aziende. In particolare, bisogna evidenziare l’impatto della pandemia di COVID-19, della guerra in Ucraina e dell’inflazione elevata sull’economia italiana e sul rischio di default delle banche italiane.

La pandemia di COVID-19

La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sull’economia italiana. Il lockdown e le misure di distanziamento sociale hanno portato a una forte recessione economica, con una contrazione del PIL del 9,1% nel 2020. Ciò ha avuto un impatto negativo sui bilanci delle banche italiane, che hanno dovuto aumentare la riserva di capitale per far fronte alle perdite sui prestiti.

La guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina ha ulteriormente complicato le prospettive economiche italiane. L’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime ha alimentato l’inflazione, che ha raggiunto il 6,8% nel giugno 2023. L’inflazione elevata ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie e delle imprese, con un impatto negativo sulla domanda di credito.

L’inflazione elevata

L’inflazione elevata ha anche aumentato il rischio di default dei debitori delle banche italiane. Le imprese e le famiglie che devono rimborsare prestiti in euro devono affrontare un aumento dei costi delle materie prime e dei servizi. Ciò può portare a un aumento dei debiti non pagati, con un impatto negativo sui bilanci delle banche.

Le politiche economiche del governo italiano

Il governo italiano ha adottato una serie di misure economiche per sostenere l’economia durante la pandemia di COVID-19 e la guerra in Ucraina. Queste misure hanno incluso l’aumento della spesa pubblica, la riduzione delle tasse e il sostegno alle imprese.

Queste misure hanno aiutato a mitigare l’impatto negativo della pandemia e della guerra sull’economia italiana. Tuttavia, hanno anche aumentato il deficit pubblico italiano, che è pari al 10,3% del PIL nel 2023.

Conclusioni sul contesto macroeconomico

L’economia italiana è ancora vulnerabile agli shock macroeconomici. La pandemia di COVID-19, la guerra in Ucraina e l’inflazione elevata hanno avuto un impatto negativo sulle banche italiane, aumentando il loro rischio di default. Il contesto macroeconomico, quindi, è un fattore importante da considerare quando si valuta il rischio di default di un’azienda.

Rischi specifici delle banche italiane

In aggiunta ai rischi derivanti dall’impatto della pandemia di COVID-19, della guerra in Ucraina e dell’inflazione elevata, è importante valutare altri rischi specifici associati alle banche italiane. Questi rischi includono:

  • Il rischio di credito: le banche italiane hanno un’esposizione significativa al rischio di credito, poiché prestano denaro a un’ampia gamma di clienti, tra cui imprese, famiglie e enti pubblici. Un’eventuale recessione economica potrebbe portare a un aumento dei crediti in sofferenza, con un impatto negativo sui bilanci delle banche italiane.
  • Il rischio di liquidità: le banche italiane sono tenute a mantenere un certo livello di liquidità per far fronte ai propri impegni finanziari. In caso di crisi, le banche italiane potrebbero avere difficoltà a reperire liquidità, con un impatto negativo sulla loro capacità di operare.
  • Il rischio di volatilità dei mercati: i mercati finanziari sono caratterizzati da una certa volatilità, che può avere un impatto negativo sui bilanci delle banche italiane. In caso di crisi finanziaria, le banche italiane potrebbero subire perdite significative sui loro investimenti, con un impatto negativo sulla loro stabilità finanziaria.

Misure per mitigare il rischio di credito

Le banche italiane stanno adottando una serie di misure per mitigare il rischio di credito. Queste misure includono:

  • Un aumento dei requisiti di capitale: le banche italiane sono tenute a mantenere un certo livello di capitale per far fronte alle perdite sui crediti. Un aumento dei requisiti di capitale rende le banche più resilienti a eventuali crisi economiche.
  • Un’attenta valutazione del credito: le banche italiane stanno adottando misure per migliorare la valutazione del credito dei loro clienti. Ciò include l’utilizzo di modelli di credito più sofisticati e l’esecuzione di controlli più rigorosi.
  • Un’attenta gestione del portafoglio di crediti: le banche italiane stanno adottando misure per ridurre l’esposizione ai settori economici più a rischio. Ciò include la riduzione dei prestiti a questi settori e il rafforzamento delle politiche di recupero dei crediti.

Queste misure dovrebbero aiutare le banche italiane a ridurre il loro rischio di credito e a migliorare la loro stabilità finanziaria.

Misure per mitigare il rischio di liquidità

Le banche italiane stanno adottando una serie di misure per mitigare il rischio di liquidità. Queste misure includono:

  • Un aumento della riserva obbligatoria: la riserva obbligatoria è una parte dei depositi delle banche che devono essere depositate presso la Banca d’Italia. Un aumento della riserva obbligatoria rende le banche meno vulnerabili a un’improvvisa richiesta di rimborso dei depositi.
  • Un’attenta gestione del portafoglio di attività: le banche stanno adottando misure per ridurre l’esposizione a strumenti finanziari illiquidi. Ciò include la riduzione degli investimenti in titoli di stato a lungo termine e l’aumento degli investimenti in titoli di stato a breve termine.
  • La diversificazione delle fonti di finanziamento: le banche stanno diversificando le loro fonti di finanziamento, aumentando l’utilizzo di fondi di mercato e prestiti bancari. Ciò rende le banche meno dipendenti da un’unica fonte di finanziamento.

Queste misure dovrebbero aiutare le banche italiane a ridurre il loro rischio di liquidità e a migliorare la loro stabilità finanziaria.

Misure per mitigare il rischio di volatilità dei mercati

Le banche italiane stanno adottando una serie di misure per mitigare il rischio di volatilità dei mercati. Queste misure includono:

  • Una diversificazione del portafoglio di investimenti: le banche stanno diversificando il loro portafoglio di investimenti, investendo in una varietà di asset, come azioni, obbligazioni e materie prime. Ciò rende le banche meno vulnerabili a fluttuazioni nei prezzi di un singolo asset.
  • L’utilizzo di strumenti di copertura: le banche stanno utilizzando strumenti di copertura, come i contratti futures e le opzioni, per proteggersi dalle fluttuazioni dei prezzi degli asset.
  • Un’attenta gestione del rischio: le banche stanno adottando misure per migliorare la loro gestione del rischio, utilizzando modelli di gestione del rischio più sofisticati.

Queste misure dovrebbero aiutare le banche italiane a ridurre il loro rischio di volatilità dei mercati e a migliorare la loro stabilità finanziaria.

Impatto del contesto economico attuale sul rischio di insolvenza di Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca BPER

Come visto, il contesto economico attuale, caratterizzato da una fase di inflazione elevata e da un aumento dei tassi di interesse, potrebbe avere un impatto significativo sul rischio di insolvenza delle banche italiane.

In particolare, l’inflazione elevata potrebbe erodere i margini di profitto delle banche, rendendo più difficile per loro generare reddito. Inoltre, l’aumento dei tassi di interesse potrebbe rendere più costoso per le banche finanziarsi, aumentando il loro costo del capitale.

Questi fattori potrebbero aumentare il rischio di insolvenza delle banche italiane, rendendo più probabile che non siano in grado di onorare i loro debiti.

Tuttavia, è importante notare che le 3 migliori banche italiane secondo Altman sono ben capitalizzate e hanno una buona gestione del rischio. Ciò potrebbe aiutarle a mitigare l’impatto del contesto economico attuale sul loro rischio di insolvenza.

Ad esempio, le 3 banche potrebbero aumentare i tassi di interesse sui prestiti per compensare l’aumento del costo del capitale. Inoltre, potrebbero adottare misure per ridurre i loro costi operativi.

Nel complesso, l’impatto del contesto economico attuale sul rischio di insolvenza delle banche italiane è incerto. Tuttavia, è importante che le banche siano consapevoli di questo rischio e prendano misure per mitigarlo.

Ecco le azioni che potrebbero intraprendere le banche italiane per mitigare l’impatto del contesto economico attuale sul loro rischio di insolvenza:

  • Aumentare i tassi di interesse sui prestiti. Ciò aiuterebbe a compensare l’aumento del costo del capitale e a generare maggiori entrate.
  • Ridurre i costi operativi. Ciò aiuterebbe a migliorare la redditività e a ridurre il rischio di insolvenza.
  • Adottare misure per ridurre il rischio di credito. Ciò aiuterebbe a ridurre la probabilità che le banche non siano in grado di recuperare i loro prestiti.

Le banche italiane che adotteranno queste misure potrebbero essere meglio preparate ad affrontare l’impatto del contesto economico attuale sul loro rischio di insolvenza.

Conclusioni

Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca BPER sono risultate le migliori secondo il modello di Altman. Tuttavia, è essenziale ricordare che il punteggio Altman è solo uno degli strumenti utilizzati per valutare la salute finanziaria di un’organizzazione. Per avere una visione completa, è cruciale considerare una serie di fattori e metodi di valutazione.

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Per avvertenze generali sui rischi legati all’investimento, ti rimandiamo al sito della CONSOB:

https://www.consob.it/web/investor-education/rischi-dell-investimento

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